Denominazione:
ACIDO ACETILSALICILICO EG 100 MG COMPRESSE GASTRORESISTENTI
Principi attivi:
Ogni compressa gastroresistente contiene 100 mg di acido acetilsalicilico. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti:
Nucleo della compressa: Cellulosa microcristallina Amido di mais Silice colloidale anidra Acido stearico Rivestimento: Acido metacrilico-etile acrilato copolimero (1:1) Polisorbato 80 Sodio laurilsolfato Trietilcitrato Talco
Indicazioni terapeutiche:
- Prevenzione secondaria dell’infarto miocardico. - Prevenzione della morbilità cardiovascolare in pazienti affetti da angina pectoris stabile. - Anamnesi di angina pectoris instabile, eccetto durante la fase acuta. - Prevenzione della occlusione dei by-pass dopo Coronary Artery Bypass Grafting (CABG). - Angioplastica coronarica, eccetto durante la fase acuta. - Prevenzione secondaria degli attacchi ischemici transitori (TIA) e degli accidenti ischemici cerebrovascolari (CVA), purché sia stata esclusa la presenza di emorragie intracerebrali. Acido Acetilsalicilico EGnon è raccomandato in situazioni di emergenza. L’uso è limitato alla prevenzione secondaria con trattamento cronico.
Controindicazioni/effetti indesiderati:
- Ipersensibilità al principio attivo, ai composti dell’acido acetilsalicilico o agli inibitori della sintesi delle prostaglandine (come alcuni pazienti asmatici che possono subire un attacco o svenire) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; - Ulcera peptica e/o emorragia gastrica/intestinale in fase acuta o in anamnesi, o altri tipi di emorragia, come emorragie cerebrovascolari; - Diatesi emorragica, patologie della coagulazione come emofilia e trombocitopenia; - Grave compromissione della funzionalità epatica; - Grave compromissione della funzionalità renale; - Dosi > 100 mg/die durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6); - Metotressato usato in dosi >15 mg/settimana (vedere paragrafo 4.5).
Posologia:
Posologia Adulti Prevenzione secondaria dell’infarto miocardico: La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. Prevenzione della morbilità cardiovascolare in pazienti affetti da angina pectoris stabile: La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. Anamnesi di angina pectoris instabile, eccetto durante la fase acuta: La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. Prevenzione della occlusione dei by-pass dopo Coronary Artery Bypass Grafting (CABG): La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. Angioplastica coronarica, eccetto durante la fase acuta: La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. Prevenzione secondaria degli attacchi ischemici transitori (TIA) e degli accidenti ischemici cerebrovascolari (CVA), purché sia stata esclusa la presenza di emorragie intracerebrali: La dose raccomandata è 100 mg una volta al giorno. La dose abituale per l’uso a lungo termine è 100 mg una volta al giorno. Acido Acetilsalicilico EG non deve essere usato a dosi superiori, a meno che non sia su consiglio del medico, e la dose prescritta non deve superare i 300 mg. Popolazioni speciali Anziani In generale, l’acido acetilsalicilico deve essere usato con cautela nei pazienti anziani che sono più soggetti a manifestare eventi avversi. Si raccomanda la somministrazione negli adulti della dose abituale in assenza di grave insufficienza renale o epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Il trattamento deve essere rivalutato ad intervalli regolari. Popolazione pediatrica L’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato a bambini ed adolescenti di età inferiore a 16 anni se non su consiglio medico quando i benefici superano i rischi (vedere paragrafo 4.4). Modo di somministrazione Per uso orale. Le compresse devono essere inghiottite intere con una sufficiente quantità di liquido (1/2 bicchiere d’acqua). A causa del rivestimento gastroresistente, le compresse non devono essere frantumate, rotte o masticate, perché il rivestimento previene gli effetti irritanti sull’intestino.
Conservazione:
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Confezioni blister: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità. Contenitore per compresse: tenere il contenitore ben chiuso, per proteggere il medicinale dall’umidità.
Avvertenze:
Acido Acetilsalicilico EG non è adatto per l’uso come antiinfiammatorio/analgesico/antipiretico. Si raccomanda l’uso negli adulti e negli adolescenti di età superiore ai 16 anni. Questo medicinale non è raccomandato per l’uso negli adolescenti/nei bambini di età inferiore ai 16 anni, a meno che i benefici attesi non siano superiori ai rischi. L’acido acetilsalicilico può essere un fattore alla base della Sindrome di Reye in alcuni bambini. Vi è un aumento del rischio di emorragia in particolare durante o dopo interventi chirurgici (anche nei casi di interventi minori, ad esempio, l’estrazione di un dente). Usare con cautela prima di un intervento chirurgico, inclusa l’estrazione di un dente. Può essere necessario sospendere temporaneamente il trattamento. Acido Acetilsalicilico EG non è raccomandato durante la menorragia, dove può aumentare il flusso mestruale. Acido Acetilsalicilico EG deve essere usato con cautela nei casi di ipertensione ed in pazienti con anamnesi pregressa di ulcera gastrica o duodenale o episodi emorragici o che si stanno sottoponendo a terapia con anticoagulanti. I pazienti devono riferire al medico qualsiasi evento emorragico insolito. Il trattamento deve essere interrotto al manifestarsi di sanguinamento o ulcerazione gastrointestinale. L’acido acetilsalicilico deve essere usato con cautela nei pazienti con moderata compromissione della funzionalità renale o epatica (controindicato se grave), o in pazienti che sono disidratati, in quanto l’uso di FANS può provocare un peggioramento della funzione renale. Bisogna eseguire regolarmente esami di funzionalità epatica in pazienti che soffrono di un’insufficienza epatica da lieve a moderata. L’acido acetilsalicilico può scatenare broncospasmo ed attacchi di asma o altre reazioni di ipersensibilità. I fattori di rischio sono asma preesistente, febbre da fieno, polipi nasali o patologie respiratorie croniche. Lo stesso vale per pazienti che manifestano reazioni allergiche anche verso altre sostanze (ad es. con la comparsa di reazioni cutanee, prurito o orticaria). Sono state raramente segnalate reazioni cutanee gravi, compresa la Sindrome di Stevens Johnson, in associazione all’uso di acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.8). Il trattamento con Acido Acetilsalicilico EG deve essere interrotto alla prima comparsa di esantema della cute, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità. I pazienti anziani sono particolarmente sensibili agli effetti avversi da FANS, incluso l’acido acetilsalicilico, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono risultare fatali (vedere paragrafo 4.2). In caso di terapia prolungata, i pazienti devono essere riesaminati regolarmente. Il trattamento concomitante con Acido Acetilsalicilico EG ed altri farmaci che alterano l’emostasi (ad es. anticoagulanti come warfarin, agenti trombolitici ed antiaggreganti piastrinici, farmaci anti-infiammatori e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), non è raccomandato, se non strettamente indicato, in quanto possono aumentare il rischio di emorragia (vedere paragrafo 4.5). Se l’associazione non può essere evitata, si raccomanda un attento monitoraggio dei segni di sanguinamento. Si raccomanda cautela nei pazienti che assumono in concomitanza medicinali che possono aumentare il rischio di ulcerazione, come corticosteroidi orali, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina e deferasirox (vedere paragrafo 4.5). Basse dosi di acido acetilsalicilico determinano una riduzione dell’escrezione di acido urico. Per questa ragione, i pazienti che tendono ad avere una ridotta escrezione di acido urico possono sperimentare attacchi di gotta (vedere paragrafo 4.5). È possibile un potenziamento del rischio di effetti ipoglicemici con sulfoniluree ed insulina e Acido Acetilsalicilico EG assunto a dosi più alte (vedere paragrafo 4.5).
Interazioni:
Associazioni controindicate Metotressato (usato a dosi superiori a 15 mg/settimana): L’associazione dei farmaci metotressato e acido acetilsalicilico, comporta un aumento della tossicità ematologica del metotressato a causa della riduzione della clearance renale di metotressato indotta dall’acido acetilsalicilico. Perciò, è controindicato l’uso concomitante di metotressato (in dosi superiori a 15 mg/settimana) e Acido Acetilsalicilico EG(vedere paragrafo 4.3). Associazioni non raccomandate Agenti uricosurici, per es. probenecid I salicilati antagonizzano l’effetto del probenecid. Questa associazione deve essere evitata. Associazioni che richiedono precauzioni d’impiego o che devono essere prese in considerazione Anticoagulanti, ad es cumarinici, eparina, warfarin Aumento del rischio di sanguinamento a causa dell’inibizione della funzione dei trombociti, delle lesioni della mucosa duodenale e dello spiazzamento degli anticoagulanti orali dai propri siti di legame alle proteine plasmatiche. Il tempo di sanguinamento deve essere monitorato (vedere paragrafo 4.4). Agenti anti aggreganti piastrinici (ad es. clopidogrel e dipiridamolo) ed inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI, come sertralina o paroxetina) Aumento del rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). Antidiabetici, come le sulfoniluree I salicilati possono aumentare l’effetto ipoglicemizzante delle sulfoniluree. Digossina e litio L’acido acetilsalicilico compromette l’escrezione renale della digossina e del litio, con conseguente aumento delle concentrazioni plasmatiche. Si raccomanda il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche di digossina e litio all’inizio ed alla fine del trattamento con acido acetilsalicilico. Può essere necessario un adeguamento della dose. Diuretici ed antipertensivi I FANS possono ridurre l’effetto antipertensivo dei diuretici e di altri agenti antipertensivi. Come nel caso di altri FANS la somministrazione concomitante con ACE-inibitori aumenta il rischio di insufficienza renale acuta. Diuretici: rischio di insufficienza renale acuta a causa della ridotta filtrazione glomerulare secondaria alla diminuzione della sintesi delle prostaglandine renali. Si raccomanda di idratare il paziente e monitorare la sua funzione renale all’inizio del trattamento. Inibitori dell’anidrasi carbonica (acetazolamide) È possibile la comparsa di grave acidosi e l’aumento della tossicità a carico del sistema nervoso centrale. Corticosteroidi sistemici La somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico e corticosteroidi può portare ad un aumento del rischio di ulcerazione e sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4). Metotressato (usato a dosi <15 mg/settimana) L’associazione dei farmaci metotressato e acido acetilsalicilico può comportare un aumento della tossicità ematologica del metotressato a causa della riduzione della clearance renale di metotressato indotta dall’acido acetilsalicilico. Durante le prime settimane del trattamento in associazione devono essere svolti controlli ematici settimanali. Un rafforzamento del monitoraggio deve avvenire in presenza anche di compromissione renale lieve, come pure negli anziani. Altri FANS Aumento del rischio di ulcerazioni e di sanguinamento gastrointestinale a causa degli effetti sinergici. Ibuprofene I dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando le due sostanze vengono somministrate in concomitanza. Tuttavia, i limiti di questi dati e le incertezze riguardanti l’estrapolazione dei dati ex vivo sulla situazione clinica implicano che non è possibile trarre conclusioni definitive con l’uso regolare di ibuprofene, e nessun effetto clinicamente rilevante può essere ritenuto probabile con l’uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1). Ciclosporina, tacrolimus L’uso concomitante di FANS e ciclosporina o tacrolimus può determinare un aumento dell’effetto nefrotossico di ciclosporina e tacrolimus. La funzione renale deve essere monitorata in caso di uso concomitante di questi agenti con acido acetilsalicilico. Valproato È stato segnalato come l’acido acetilsalicilico sia in grado di ridurre il legame di valproato con l’albumina sierica, aumentando in tal modo le concentrazioni plasmatiche libere allo stato stazionario. Fenitoina I salicilati riducono il legame della fenitoina con l’albumina plasmatica. Questo può portare a una riduzione dei livelli di fenitoina totale nel plasma, ma ad un aumento della frazione libera di fenitoina. Le concentrazioni non legate, e quindi l’effetto terapeutico, non sembrano essere significativamente alterate. Alcol La somministrazione concomitante di alcol e acido acetilsalicilico aumenta il rischio di sanguinamento gastrointestinale.
Effetti indesiderati:
Gli effetti indesiderati sono raggruppati sulla base della classificazione per sistemi e organi. All’interno di ogni classificazione per sistemi e organi, la frequenza è definita come segue: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico | Comune: Aumento della tendenza al sanguinamento. |
Raro: Trombocitopenia, granulocitosi, anemia aplastica. |
Non nota: Episodi emorragici con prolungamento del tempo di sanguinamento, come epistassi, sanguinamento gengivale. I sintomi possono persistere per 4-8 giorni dopo l’interruzione del trattamento con acido acetilsalicilico. Durante le procedure chirurgiche è pertanto possibile un aumento del rischio di sanguinamento. Sanguinamento gastrointestinale occulto o esistente (ematemesi, melena), che può portare ad anemia da carenza di ferro (più comune ad alte dosi). |
Disturbi del sistema immunitario | Raro: Reazioni di ipersensibilità, angioedema, edema allergico, reazioni anafilattiche, incluso shock. |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Non nota: Iperuricemia. |
Patologie del sistema nervoso | Raro: Emorragia intracranica. Non nota: Cefalea, vertigini. |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Non nota: Ridotta capacità uditiva, tinnito. |
Patologie vascolari | Raro: Vasculite emorragica. |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune: Rinite, dispnea. |
Raro: Broncospasmo, attacchi d’asma. |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Raro: Menorragia. |
Patologie gastrointestinali | Comune: Dispepsia. |
Raro: Grave emorragia gastrointestinale, nausea, vomito. |
Non nota: Ulcere e perforazioni gastriche o duodenali. |
Patologie epatobiliari | Non nota: Insufficienza epatica. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune: Orticaria. |
Raro: Sindrome di Stevens-Johnson, Sindrome di Lyell, porpora, eritema nodoso, eritema multiforme. |
Patologie renali e urinarie | Non nota: Compromissione della funzionalità renale. |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
Sovradosaggio:
Sebbene siano coinvolte notevoli variazioni inter-individuali, si può ritenere che la dose tossica è circa 200 mg/kg negli adulti e 100 mg/kg nei bambini. L’acido acetilsalicilico è letale alla dose di 25-30 grammi. Concentrazioni plasmatiche di salicilati superiori a 300 mg/l sono indicative di intossicazione. Concentrazioni plasmatiche superiori a 500 mg/l negli adulti ed a 300 mg/l nei bambini causano in genere una tossicità grave. Il sovradosaggio può essere dannoso per i pazienti anziani ed in particolare per i bambini piccoli (sovradosaggio terapeutico o frequenti intossicazioni accidentali possono risultare fatali). Sintomi dell’intossicazione moderata Tinnito, disturbi dell’udito, cefalea, vertigini, confusione e sintomi gastrointestinali (nausea, vomito e dolore addominale). Sintomi di intossicazione grave I sintomi sono legati alla grave disgregazione dell’equilibrio acido-base. Innanzi tutto si manifesta iperventilazione, che si traduce in alcalosi respiratoria. Ne consegue acidosi respiratoria a causa della soppressione del centro respiratorio. Si manifesta inoltre acidosi metabolica conseguentemente alla presenza del salicilato. L’intossicazione nei bambini più piccoli viene spesso diagnosticata in fase avanzata, per cui essi hanno solitamente già raggiunto la fase acidosica. Possono inoltre manifestarsi i seguenti sintomi: ipertermia e sudorazione, con conseguente disidratazione: senso di irrequietezza, convulsioni, allucinazioni e ipoglicemia. La depressione del sistema nervoso può portare a coma, collasso cardiocircolatorio o arresto respiratorio. Trattamento del sovradosaggio Il ricovero ospedaliero è necessario se è stata ingerita una dose tossica. In caso di intossicazione moderata, è opportuno che il paziente venga indotto a vomitare. Se questo tentativo fallisce, si può procedere con una lavanda gastrica durante la prima ora dopo l’ingestione di una considerevole quantità di medicinale. Successivamente, somministrare carbone attivo (un adsorbente) e sodio solfato (un lassativo). Il carbone attivo può essere somministrato come dose singola (50 g negli adulti, 1 g/kg di peso corporeo nei bambini fino a 12 anni di età). Alcalinizzazione delle urine (250 mmol NaHCO3, per tre ore), mentre si controllano i livelli di pH delle urine. In caso di intossicazione grave, è preferibile ricorrere all’emodialisi. Gli altri sintomi devono essere trattati sintomaticamente.
Gravidanza ed allattamento:
Gravidanza Dosi basse (fino a 100 mg/die): Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure limitatamente ad un impiego in ambito ostetrico, che richiede un monitoraggio specialistico. Dosi comprese tra 100-500 mg/die: Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio. Dosi uguali e superiori a 500 mg/die: L’inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio-fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazione cardiovascolare è aumentato da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti in base alla dose ed alla durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita pre e post-impianto e letalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato segnalato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. L’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato durante il primo ed il secondo trimestre di gravidanza, a meno che non sia assolutamente necessario. Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose o la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso ed ipertensione polmonare); - disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligoidramnios; la madre ed il neonato, alla conclusione della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può manifestarsi anche a dosi molto basse. - inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, l’acido acetilsalicilico alle dosi di 100 mg/die e superiori è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Allattamento Modeste quantità di salicilati e dei loro metaboliti vengono escreti nel latte materno. Dato che fino ad ora non sono stati segnalati effetti negativi a carico del neonato, l’uso a breve termine di una dose raccomandata non richiede la sospensione dell’allattamento. In caso di uso prolungato e/o somministrazione di dosi più elevate, l’allattamento deve essere interrotto. Fertilità Nessun dato disponibile.