FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Denominazione:
ALPRAZOLAM AUROBINDO ITALIA COMPRESSE
Principi attivi:
Ogni compressa contiene 0,25 mg di alprazolam. Ogni compressa contiene 0,5 mg di alprazolam. Ogni compressa contiene 1 mg di alprazolam. Eccipienti con effetto noto: Ogni compressa da 0,25 mg contiene 92,77 mg di lattosio monoidrato. Ogni compressa da 0,5mg contiene 92,47 mg di lattosio monoidrato. Ogni compressa da 1 mg contiene 92,00 mg di lattosio monoidrato.Ogni compressa contiene 0,1 mg di sodio benzoato. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti:
Lattosio monoidrato, Cellulosa microcristallina, Amido di mais, Sodio benzoato, Sodio docusato, Polividone, Silice colloidale anidra, Sodio amido glicolato, Magnesio stearato, Indaco Carminio (E132) (0,5 mg &1,0 mg), Eritrosina (E 127) (0,5 mg).
Indicazioni terapeutiche:
Trattamento sintomatico a breve termine di stati d’ansia generalizzati. Alprazolam Aurobindo Italia è indicato solo per disturbi gravi, invalidanti o che generano stati acuti di angoscia eccessiva nell’individuo. Come con tutte le benzodiazepine, i medici che somministrano questo farmaco devono essere consapevoli del fatto che il suo impiego a lungo termine può causare dipendenza nei pazienti.
Controindicazioni/effetti indesiderati:
Alprazolam è controindicato nei pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo, alle benzodiazepine o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Le benzodiazepine sono anche controindicate nei pazienti con miastenia gravis, insufficienza respiratoria grave, sindrome da apnea nel sonno, insufficienza epatica severa. Intossicazione acuta da alcool o altri agenti attivi sul sistema nervoso centrale. Glaucoma acuto ad angolo chiuso.
Posologia:
Posologia Adulti (oltre i 18 anni) La dose abituale iniziale varia da 0,25 mg a 0,5 mg tre volte al giorno, aumentata (se necessario) ad intervalli di 3-4 giorni fino ad un massimo di 4 mg/die. Popolazioni speciali Anziani Nei pazienti anziani si osserva una clearance ridotta e, come con le altre benzodiazepine, una maggiore sensibilità al farmaco. Nei pazienti anziani, iniziare il trattamento con un dosaggio basso di 0,25 mg due o tre volte al giorno. La dose può essere gradualmente aumentata di non oltre 0,5 mg ogni tre giorni. In pazienti anziani fisicamente robusti la dose massima deve essere di 1,5 mg/die. In pazienti anziani fisicamente deboli si deve limitare a 0,75 mg al giorno la dose massima somministrabile. Pazienti affetti da una malattia debilitante o da compromissione della funzionalità epatica e/o renale In pazienti affetti da malattia debilitante o da compromissione della funzionalità epatica e/o renale, somministrare con cautela la dose iniziale. Si deve inoltre ridurre la dose massima a 0,75 mg-1,5 mg/die a seconda del grado di debilitazione o della compromissione della funzionalità del paziente. Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di alprazolam non è stata stabilita in pazienti di età inferiore ai 18 anni, pertanto l’uso di alprazolam non è raccomandato. Consigli importanti sulla posologia Occorre stabilire il dosaggio ottimale in base alla gravità dei sintomi e alle reazioni dell’individuo. Utilizzare la dose più bassa in grado di controllare i sintomi. L’aumento del dosaggio deve essere effettuato con cautela e, se necessario, aumentando prima la dose serale e poi quella diurna. In generale, si raccomanda la somministrazione di dosaggi più bassi in pazienti non precedentemente trattati con farmaci psicotropi o in pazienti con anamnesi di alcolismo cronico. Interruzione della terapia Il trattamento deve essere diminuito gradualmente. Ciò è particolarmente importante nel caso di trattamenti prolungati in quanto i sintomi di astinenza possono verificarsi con maggiore probabilità. Si raccomanda di ridurre il dosaggio giornaliero di alprazolam con un massimo di 0,5 mg ogni tre giorni. In alcuni pazienti, potrebbe essere necessaria una sospensione ancora più lunga. Durata del trattamento Il periodo di trattamento deve essere il più breve possibile. Il paziente va sottoposto ad accertamenti regolari e deve essere valutata l’effettiva necessità di proseguire il trattamento, in particolare nel caso in cui il paziente non presenti più alcun sintomo. La durata del trattamento non deve in genere superare complessivamente le 8 - 12 settimane, compreso il periodo di diminuzione graduale della dose. In alcuni l’estensione del periodo massimo di trattamento può essere necessaria; in tal caso, non deve avvenire senza rivalutazione della condizione del paziente e consulto di uno specialista. Prima di iniziare il trattamento i pazienti devono essere informati che esso sarà di durata limitata, che la dose può essere diminuita nell’ultimo periodo e che possono verificarsi fenomeni di rimbalzo (vedere paragrafo 4.4). Il rischio di dipendenza può aumentare con la dose e la durata del trattamento. Pertanto, devono essere utilizzate la minima dose efficace e durata più breve del trattamento. La necessità di un trattamento continuato deve essere rivalutata frequentemente (vedere paragrafo 4.4). Modo di somministrazione Uso orale.
Conservazione:
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Avvertenze:
Rischio da uso concomitante di oppioidi L’uso concomitante di alprazolam e oppioidi può causare sedazione profonda, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi la prescrizione concomitante di medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati, come l’alprazolam con gli oppioidi, deve essere riservato a pazienti nei quali non sono disponibili opzioni alternative di trattamento. Se viene presa la decisione di prescrivere alprazolam compresse in concomitanza con oppioidi, deve essere usata la dose minima efficace e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere anche le raccomandazioni generali per la dose al paragrafo 4.2). I pazienti devono essere seguiti attentamente per i segni e sintomi della depressione respiratoria e per la sedazione. Al riguardo è fortemente raccomandato di informare i pazienti e chi li assiste (quando applicabile) di essere consapevoli di questi sintomi (vedere paragrafo 4.5). Tolleranza Si può verificare una perdita di efficacia degli effetti ipnotici delle benzodiazepine dopo l’uso ripetuto per alcune settimane. Dipendenza L’uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica e psicologica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la durata del trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di abuso di droga o alcool o con disturbi pronunciati della personalità. La farmacodipendenza può instaurarsi a dosi terapeutiche e/o in pazienti senza un fattore di rischio individuale. Esiste il rischio aumentato di farmacodipendenza con l’uso combinato di diverse benzodiazepine indipendentemente dall’indicazione ansiolitica o ipnotica. L’abuso di farmaco è un rischio noto per alprazolam e altre benzodiazepine e i pazienti devono essere monitorati di conseguenza quando ricevono alprazolam. Alprazolam può essere soggetto ad abuso. Sono stati segnalati decessi correlati al sovradosaggio quando vi è un abuso di alprazolam con altri agenti deprimenti del SNC, inclusi oppioidi, altre benzodiazepine e alcol. Questi rischi devono essere presi in considerazione quando si prescrive e si dispensa alprazolam. Questi rischi possono essere ridotti somministrando la minima dose efficace ai pazienti e informandoli su come conservare e smaltire correttamente i medicinali non utilizzati (vedere paragrafi 4.2, 4.8 e 4.9). Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, il termine brusco del trattamento sarà accompagnato da sintomi da astinenza. Questi possono consistere in distonia, disturbi del sonno, cefalea, dolori muscolari, ansia estrema, tensione, irrequietezza, confusione ed irritabilità. Nei casi gravi possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, percezione sensoriale, depersonalizzazione, iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni o crisi epilettiche, crampi allo stomaco e muscolari, vomito, sudorazione, tremori e convulsioni (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Ansia di rimbalzo All’interruzione del trattamento può presentarsi una sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno condotto al trattamento con benzodiazepine ricorrono in forma aggravata. Può essere accompagnata da altre reazioni, compresi i cambiamenti di umore, ansia, irrequietezza o disturbi del sonno. Poiché il rischio di sintomi da astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento, si suggerisce di effettuare una diminuzione graduale del dosaggio. Amnesia Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda. La condizione si verifica più spesso diverse ore dopo l’ingestione del prodotto e quindi per ridurre il rischio, i pazienti devono assicurare che sono capaci di avere un sonno ininterrotto di 7-8 ore. Reazioni psichiatriche e ‘paradosse’ Con la somministrazione di benzodiazepine sono note reazioni quali: irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delirio, collera, incubi, allucinazioni, psicosi, comportamento inadeguato e altri effetti avversi comportamentali negativi. Quando ciò accade, l’uso del farmaco deve essere interrotto. Queste reazioni sono più frequenti nei bambini e negli anziani. In pazienti con disordini della personalità è necessario usare la massima cautela nella prescrizione di benzodiazepine. Gruppi di pazienti specifici Pazienti con insufficienza polmonare Qualora il paziente soffra di insufficienza polmonare cronica la somministrazione si deve effettuare con cautela. Si raccomanda una dose bassa dato il rischio di depressione respiratoria e apnea. Pazienti con funzionalità epatica/renale compromessa Anche nel trattamento di pazienti con compromissione della funzione renale o insufficienza epatica da lieve a moderata è necessario usare cautela. Si deve ridurre la posologia. Non si devono usare le benzodiazepine nel trattamento di pazienti affetti da severa insufficienza epatica in quanto la condizione può accelerare l’encefalopatia. Pazienti anziani e/o debilitati Le benzodiazepine ed i prodotti correlati devono essere usate con cautela negli anziani, a causa del rischio di sedazione e/o debolezza muscolo scheletrica che in questa popolazione possono causare cadute, spesso con serie conseguenze. Si raccomanda il principio dell’uso della dose efficace più bassa nei pazienti anziani e/o debilitati per precludere lo sviluppo di atassia o ipersedazione (vedere paragrafo 4.2). Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di alprazolam non è stata dimostrata nei bambini ed adolescenti al di sotto dei 18 anni di età: quindi l’uso di alprazolam non è raccomandato. Pazienti con psicosi L’alprazolam non è raccomandato come trattamento primario in pazienti psicotici. Pazienti con depressione Le benzodiazepine e le sostanze benzodiazepino-simili non devono essere usate da sole per il trattamento della depressione nei pazienti che presentano depressione maggiore o ansia associata a depressione in quanto possono precipitare o aumentare il rischio di suicidio. Alprazolam deve essere usato con cautela e la dose prescritta deve essere limitata in quei pazienti con segni e sintomi di patologia depressiva o tendenze al suicidio. Casi di ipomania e di mania sono stati segnalati in tali pazienti quando trattati con alprazolam. Dipendenza da alcol o farmaci Le benzodiazepine devono essere usate con estrema precauzione in pazienti con anamnesi di abuso di alcolici o farmaci (vedere paragrafo 4.5). Sedazione Alprazolam può causare sedazione. Questo effetto è potenziato dall’alcool (vedere paragrafi 4.5 e 4.7). Durata del trattamento La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (vedere paragrafo 4.2) ma non deve superare otto-dodici settimane, compreso un periodo di sospensione graduale. L’estensione della terapia oltre questi periodi non deve avvenire senza rivalutazione della situazione clinica. Può essere utile informare il paziente quando il trattamento è iniziato che esso sarà di durata limitata e spiegare precisamente che la dose deve essere diminuita progressivamente. Inoltre è importante che il paziente sia informato della possibilità di fenomeni di rimbalzo, minimizzando quindi l’ansia riguardo a tali sintomi, se dovessero presentarsi alla sospensione del medicinale. Ci sono indicazioni che, nel caso d’utilizzo di benzodiazepine a breve durata di azione, fenomeni di astinenza possono diventare manifesti entro l’intervallo di dosaggio, specialmente quando la dose è elevata. Quando si usano benzodiazepine a lunga durata di azione, è importante avvisare il paziente che è sconsigliabile il cambiamento con una benzodiazepina con una durata di azione breve, poiché possono presentarsi sintomi di astinenza. Lattosio Le compresse di Alprazolam Aurobindo Italia contengono lattosio monoidrato (vedere paragrafo 2). I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Sodio Questo prodotto medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘‘senza sodio’’. Sodio benzoato Questo prodotto medicinale contiene 0,1 mg di sodio benzoato in ogni compressa. Il sodio benzoato può aumentare l’ittero (ingiallimento della cute e degli occhi) nei neonati (fino a 4 settimane di età).
Interazioni:
Alcol e altri deprimenti del SNC Le benzodiazepine producono un effetto additivo quando il medicinale è assunto congiuntamente ad alcol ed altri deprimenti del SNC. L’assunzione concomitante con alcool non è raccomandata. Deve essere prestata particolare attenzione con farmaci che deprimono la funzione respiratoria come gli oppioidi (analgesici, antitussivi, trattamenti sostitutivi), soprattutto negli anziani. Alprazolam deve essere usato con cautela quando combinato con altri deprimenti del SNC. Un aumento dell’effetto deprimente centrale può avvenire in caso di uso concomitante con antipsicotici (neurolettici), ansiolitici/sedativi, alcuni agenti antidepressivi, oppioidi, anticonvulsivi, anestetici, sedativi antistaminici H1. L’effetto sedativo viene analogamente potenziato da ipnotici, antiepilettici, anestetici e dalla clonidina. Oppioidi L’uso concomitante di medicinali sedativi come le benzodiazepine o farmaci correlati, come l’alprazolam, con gli oppioidi aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo addizionale sul SNC. Il dosaggio e la durata dell’uso concomitante devono essere limitati (vedere paragrafo 4.4). Con clozapina c’è un rischio aumentato di arresto respiratorio e/o cardiaco in quanto aumenta la quantità di alprazolam. Non è chiaro se l’arresto respiratorio e/o cardiaco può essere prevenuto dall’aggiustamento della dose. Nel caso degli analgesici narcotici può avvenire aumento dell’euforia conducendo ad un aumento della dipendenza psicologica. Interazioni farmacocinetiche Ci possono essere interazioni farmacocinetiche quando l’alprazolam viene somministrato con altri farmaci che inibiscono l’enzima epatico CYP3A4 aumentando i livelli plasmatici di alprazolam. La co-somministrazione di alprazolam con potenti inibitori del CYP3A4 come gli antifungini azolici (ketoconazolo, itraconazolo, posaconazolo, voriconazolo), inibitori delle proteasi o alcuni macrolidi (eritromicina, claritromicina, telitromicina) deve avvenire con cautela e deve essere considerata la riduzione drastica della dose. Antiepilettici La velocità del turnover dell’alprazolam viene aumentata da carbamazepina, fenitoina, rifampicina ed altre sostanze che inducono il CYP3A4. La somministrazione concomitante di tali sostanze può ridurre l’effetto terapeutico dell’alprazolam. I composti che inibiscono alcuni enzimi epatici (specialmente il citocromo CYP 3A4) come cimetidina, claritromicina, clozapina, diltiazem, eritromicina, fluoxetina, fluvoxamina, itraconazolo, ketoconazolo, nefazodone, ritonavir e succo di pompelmo possono aumentare la concentrazione di alprazolam ed intensificare la sua attività. I dati da studi clinici con alprazolam, studi in vitro con alprazolam e studi clinici con farmaci metabolizzati in maniera simile ad alprazolam forniscono l’evidenza di vari gradi di interazione e possibili interazioni con alprazolam per diversi farmaci. Sulla base del grado di interazione e del tipo di dato disponibile, le seguenti raccomandazioni vengono fatte: È stato segnalato un aumento delle concentrazioni plasmatiche allo steady state di imipramina e desipramina con la somministrazione concomitante di alprazolam. La co-somministrazione di alprazolam con ketoconazolo, itraconazolo o altri o altri antimicotici di tipo azolico non è raccomandata. Durante l’uso concomitante di nefazodone, fluvoxamina, cimetidina e succo di pompelmo, si deve considerare una riduzione della dose di alprazolam in quanto la sua emivita viene prolungata da questi farmaci. La somministrazione concomitante dell’alprazolam con fluoxetina, propoxifene, contraccettivi orali, sertralina, diltiazem o antibiotici macrolidi come eritromicina e troleandomicina deve essere eseguita con cautela. Interazioni con inibitori delle proteasi HIV Le interazioni con inibitori delle proteasi HIV (ritonavir) e alprazolam sono complesse e tempo dipendenti. Basse dosi di ritonavir risultano in un’ampia compromissione della clearance di alprazolam, prolungamento dell’emivita di eliminazione ed effetti clinici potenziati, comunque, con l’esposizione prolungata a ritonavir, l’induzione CYP3A4 compensa questa inibizione. Questa interazione richiederà un aggiustamento della dose o l’interruzione di alprazolam. Digossina Sono stati segnalati aumenti della concentrazione plasmatica di digossina con la somministrazione di 1 mg/die di alprazolam, in particolare negli anziani (> 65 anni di età). Pertanto i pazienti che ricevono alprazolam e digossina devono essere monitorati per verificare i sintomi relativi alla tossicità da digossina.
Effetti indesiderati:
L’effetto indesiderato più comune è la sonnolenza che compare nel 10% dei trattati ma di solito si riduce dopo pochi giorni o a seguito di riduzione della dose. I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e riportati durante il trattamento con alprazolam in base alla frequenza, utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per organi e sistemi secondo MedDRA | Frequenza | Effetti indesiderati |
Infezioni ed infestazioni | Comune | Infezioni delle vie respiratorie superiori |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Non comune | Aumentata tendenza alla formazione di lividi |
Non nota | Agranulocitosi | |
Patologie endocrine | Non nota | Iperprolattinemia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Comune | Aumento dell’appetito, diminuzione dell’appetito |
Disturbi psichiatrici | Molto comune | Irritabilità, depressione¹, disturbi del sonno |
Comune | Aumento o diminuzione della libido, depersonalizzazione, insonnia, nervosismo, derealizzazione, timore, nervosismo confusione, disorientamento, stato mentale depresso, ansia | |
Non comune | Sogni disturbati, agitazione, loquacità, impulsività, collera, aggressività, allucinazioni, mania, ritardo psicomotorio, incubi, irrequietezza, bradifrenia, euforia, anedonia, anorgasmia, disturbi affettivi, disturbi da panico, dipendenza | |
Non nota | Reazioni paradosse al farmaco², comportamento ostile, ipomania, pensieri anormali, vigilanza eccessiva, alterazioni della libido, abuso di farmaco* | |
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Cefalea, sonnolenza, compromissione della memoria, capogiri, disartria, atassia, sedazione |
Comune | Parestesia, discinesia, coordinazione anormale, tremore, disturbi dell’equilibrio, difficoltà di concentrazione, ipersonnia, letargia | |
Non comune | Sincope, amnesia³, convulsioni, goffaggine, disturbi del gusto, convulsioni parziali, stupore | |
Non nota | Acatisia, disturbi cognitivi, disturbi vasomotori, convulsioni autonomiche, squilibrio del sistema nervoso autonomo*, distonia, iperattività | |
Patologie dell’occhio | Comune | Visione offuscata |
Non comune | Visione doppia, disturbi visivi | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Comune | Tinnito |
Patologie cardiache | Comune | Palpitazioni |
Non nota | Tachicardia | |
Patologie vascolari | Comune | Vampate di calore |
Non nota | Ipotensione | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Comune | Congestione nasale, iperventilazione |
Non nota | Ostruzione respiratoria | |
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Secchezza del cavo orale, stipsi ostinata |
Comune | Aumentata salivazione, vomito, disagio addominale, diarrea, nausea, dolore addominale | |
Non nota | Diminuzione della salivazione, disturbi gastrointestinali* | |
Patologie epatobiliari | Non nota | Anormale funzionalità del fegato, ittero, epatite |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Iperidrosi, dermatite, prurito |
Non comune | Eruzione cutanea | |
Non nota | Reazione allergica cutanea, angioedema, fotosensibilità | |
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo | Comune | Contrazioni muscolari, spasmi muscolari, dolore alla schiena, artralgia, mialgia |
Non comune | Rigidità muscoloscheletrica, debolezza muscolare, dolore alle estremità | |
Non nota | Tono muscolare anomalo | |
Patologie renali ed urinarie | Non comune | Incontinenza, enuresi, pollachiuria |
Non nota | Ritenzione urinaria, difficoltà ad urinare | |
Patologie del sistema riproduttivo e della mammella | Comune | Disfunzione sessuale |
Non comune | Disturbi dell’eiaculazione, disfunzione erettile, disordini mestruali | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Affaticamento |
Comune | Edema, astenia, dolore toracico | |
Non comune | Sensazioni anomale, disturbo dell’andatura, senso di ebbrezza, sensazione di nervosismo/tensione, sensazione di rilassatezza, sensazione di postumi di ubriachezza, sintomi simil-influenzali, sensazione di irrealtà, inerzia, sete, sindrome da astinenza da farmaco* | |
Non nota | Sensazione di calore, edema periferico | |
Esami diagnostici | Comune | Aumento di peso, perdita di peso |
Non comune | Bilirubina aumentata | |
Non nota | Aumento della pressione intraoculare | |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Comune | Rischio di incidenti del traffico |
Non comune | Cadute, lesioni alle estremità, sovradosaggio |
Sovradosaggio:
Come con altre benzodiazepine, una dose eccessiva non deve costituire pericolo di vita a meno che sia combinata con altri depressivi del SNC (tra cui gli alcolici). Nell’affrontare un caso di assunzione di una dose eccessiva con qualsiasi prodotto medicinale, va tenuto in considerazione che possono essere stati assunti più farmaci contemporaneamente. In tutti i casi di sovradosaggio controllare la respirazione, il polso e la pressione sanguigna del paziente ed adottare le misure generali di supporto ove necessario. Si possono somministrare liquidi per via endovenosa ed occorre mantenere libere le vie respiratorie. In seguito a sovradosaggio con benzodiazepine orali, se il paziente è conscio, provocare il vomito (entro un’ora); se il paziente è in stato di incoscienza effettuare una lavanda gastrica (proteggendo le vie respiratorie). Qualora non si riscontri alcun beneficio liberando lo stomaco, somministrare carbone attivo per ridurre l’assorbimento e, se necessario, deve essere lasciato nello stomaco e non deve essere indotta emesi ma somministrare un lassativo. In caso di terapia intensiva, fare particolare attenzione alle funzioni respiratorie e cardiovascolari. Gli esperimenti condotti sugli animali suggeriscono che la diuresi forzata o l’emodialisi hanno una ridotta efficacia nel trattamento del sovradosaggio e pertanto non devono essere usate. Una dose eccessiva di benzodiazepine in genere si manifesta con depressione del sistema nervoso centrale di intensità variabile, dalla sonnolenza al coma. In casi non gravi, i sintomi comprendono sonnolenza, confusione mentale e stato letargico, nei casi più gravi i sintomi comprendono atassia, disartria, ipotonia, ipotensione, depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente decesso. Come antidoto può essere utile l’impiego di flumazenil. Il flumazenil può essere usato come supplemento al trattamento degli effetti respiratori e cardiovascolari che possono essere causati dal sovradosaggio, anche se l’antagonismo degli effetti delle benzodiazepine da parte di questo farmaco può indurre disordini neurologici (convulsioni).
Gravidanza ed allattamento:
Gravidanza Alprazolam non deve essere usato in gravidanza se non strettamente necessario. I dati sulla teratogenicità e sugli effetti sullo sviluppo postnatale e sul comportamento dopo il trattamento con benzodiazepine non sono consistenti. Un vasto numero di dati basati su studi di coorte indicano che l’esposizione nel primo trimestre alle benzodiazepine non è associato ad un aumento del rischio di malformazioni maggiori. Comunque, si sospetta che l’alprazolam causi gravi malformazioni congenite quando somministrato nel primo trimestre. Inoltre, alcuni tra i primi studi epidemiologici hanno evidenziato un aumentato rischio di palatoschisi. I dati indicano che il rischio di avere un bambino con palatoschisi dopo esposizione materna alle benzodiazepine è di 2 su 1000 pazienti confrontata con la frequenza attesa per tali difetti di circa 1 su 1000 nella popolazione generale. Il trattamento con benzodiazepine ad alte dosi, durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza, ha rivelato un abbassamento dei movimenti fetali e una variabilità del ritmo cardiaco fetale. Quando il trattamento viene somministrato per motivi medici durante l’ultima parte della gravidanza, anche a dosi basse, può essere osservata la sindrome “floppy infant” come ipotonia assiale e problemi di allattamento che portano a un moderato aumento di peso. Questi sintomi sono reversibili ma possono durare da 1 a 3 settimane, secondo l’emivita del prodotto. Ad alte dosi, possono apparire depressione respiratoria o apnea ed ipotermia nei neonati. Inoltre, i sintomi di astinenza neonatale con ipereccitabilità, agitazione e tremore possono essere osservati pochi giorni dopo la nascita, anche se non viene osservata la sindrome “floppy infant”. La comparsa di sintomi di astinenza dopo la nascita dipende dall’emivita della sostanza. Se il trattamento con alprazolam fosse necessario durante l’ultima fase della gravidanza, devono essere evitate alte dosi e devono essere monitorati i sintomi di astinenza e/o la sindrome “floppy infant” nei neonati. Se alprazolam viene utilizzato durante la gravidanza, o se la paziente rimane incinta durante l’assunzione di alprazolam, la paziente deve essere informata del potenziale pericolo per il feto. Allattamento Bassi livelli di alprazolam vengono escreti nel latte materno. Alprazolam non è raccomandato durante l’allattamento
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