Denominazione:
CABERGOLINA RATIOPHARM 0,5 MG COMPRESSE
Principi attivi:
Ogni compressa contiene 0,5 mg di cabergolina. Eccipienti con effetti noti: lattosio 75,8 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Eccipienti:
Lattosio anidro L-Leucina Magnesio stearato (E572)
Indicazioni terapeutiche:
Inibizione della lattazione per motivazioni mediche. Disturbi iperprolattinemici Adenoma ipofisario secernente prolattina Iperprolattinemia idiopatica Si raccomanda che la prescrizione iniziale del medicinale venga effettuata da uno specialista o dopo aver consultato uno specialista.
Controindicazioni/effetti indesiderati:
- Ipersensibilità alla sostanza attiva, a qualsiasi alcaloide dell’ergot o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 - Anamnesi di patologie fibrotiche di tipo polmonare, pericardico e retroperitoneale. - Anamnesi di psicosi o rischio di psicosi post-partum - Per il trattamento a lungo termine: evidenza di valvulopatia cardiaca, confermata da ecocardiografia eseguita prima del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Posologia:
Posologia Adulti: Trattamento dei disturbi iperprolattinemici: La dose iniziale raccomandata è di 0,5 mg di cabergolina alla settimana somministrati in una o due dosi (per es. il lunedì e il giovedì) settimanali. La dose settimanale deve essere aumentata gradualmente, preferibilmente aggiungendo 0,5 mg di cabergolina alla settimana ad intervalli mensili, fino al raggiungimento di una risposta terapeutica ottimale. La dose terapeutica abituale è di 1 mg di cabergolina alla settimana, e può variare da 0,25 mg a 2 mg di cabergolina alla settimana. In pazienti iperprolattinemiche sono state usate dosi fino a 4,5 mg di cabergolina alla settimana. La dose massima giornaliera è di 3 mg. La dose settimanale può essere somministrata in dose singola o divisa in due o più dosi settimanali, a seconda della tollerabilità del paziente. La suddivisione della dose settimanale in somministrazioni multiple è consigliata quando sono indicate dosi superiori a 1 mg di cabergolina alla settimana, poichè la tollerabilità di dosi superiori a 1 mg somministrate in un’unica soluzione settimanalmente è stata valutata solo in un numero limitato di pazienti. Le pazienti devono essere monitorate durante la fase di aggiustamento della posologia, per determinare il dosaggio minore che produce la risposta terapeutica. Inibizione della lattazione: La cabergolina deve essere somministrata entro le prime 24 dopo il parto. La dose terapeutica raccomandata è di 1 mg di cabergolina in dose singola. Nelle donne che allattano trattate per la soppressione della lattazione avviata non si deve superare la dose singola di 0,25 mg di cabergolina, onde evitare la potenziale insorgenza di ipotensione posturale. Pazienti con disfunzione epatica o renale. Per quanto riguarda l’uso nei pazienti con insufficienza epatica e renale, vedere paragrafi 4.3 e 4.4 Popolazione pediatrica: La sicurezza e l’efficacia della cabergolina nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 16 anni non sono state stabilite. Pazienti anziani: In base alle indicazioni per le quali la cabergolina è attualmente consigliata, l’esperienza nei pazienti anziani è molto limitata. I dati disponibili non indicano rischi particolari. Metodo di somministrazione La cabergolina deve essere somministrata per via orale. Al fine di ridurre il rischio di effetti indesiderati di tipo gastrointestinale si raccomanda di assumere la cabergolina, per tutte le indicazioni terapeutiche, durante i pasti.
Conservazione:
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità. La bustina essiccante contenente gel di silice non deve essere rimossa dal flacone.
Avvertenze:
Osservazioni generali: Come con altri derivati dell’ergot, la cabergolina deve essere somministrata con cautela nei pazienti con gravi malattie cardiovascolari, sindrome di Raynaud, ulcera peptica o emorragia gastrointestinale, o con anamnesi positiva per gravi malattie mentali, in particolare di tipo psicotico. Gli effetti dell’alcol sulla tollerabilità generale della cabergolina sono al momento sconosciuti. Eventi avversi gravi tra cui ipertensione, infarto del miocardio, crisi convulsive, ictus o disturbi psichiatrici sono stati riportati in donne trattate con cabergolina dopo il parto per l’inibizione della lattazione. In alcune pazienti lo sviluppo di crisi convulsive o ictus è stato preceduto da grave cefalea e/o disturbi visivi transitori. La pressione arteriosa deve essere attentamente monitorata durante il trattamento. Se si sviluppano ipertensione, dolore toracico indicativo, cefalea grave, progressiva o persistente (con o senza disturbi visivi) o evidenza di tossicità del sistema nervoso centrale, il trattamento con cabergolina deve essere sospeso e la paziente deve essere prontamente valutata. Insufficienza epatica In pazienti con grave insufficienza epatica deve essere considerata una riduzione della dose di cabergolina. È stato osservato un aumento dell'AUC nei pazienti con grave insufficienza epatica (Child-Pugh C) che hanno ricevuto una singola dose di 1 mg rispetto ai volontari normali e quelli con minor grado di insufficienza epatica. Ipotensione posturale: A seguito di somministrazione di cabergolina può verificarsi ipotensione posturale. È richiesta quindi cautela nel caso di somministrazione concomitante di cabergolina con altri farmaci noti per abbassare la pressione sanguigna. Fibrosi e valvulopatia cardiaca e fenomeni clinici possibilmente correlati Dopo uso prolungato di derivati dell’ergot, con attività agonista sui recettori serotoninergici 5-HT2B, come la cabergolina, sono stati riportati disturbi fibrotici ed infiammatori a carico delle sierose come pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca con interessamento di una o più valvole (aortica, mitralica e tricuspide) o fibrosi retroperitoneale. In alcuni casi, i sintomi o le manifestazioni di valvulopatia cardiaca sono migliorati dopo l’interruzione del trattamento con cabergolina. In associazione a versamento pleurico/fibrosi è stato osservato un aumento anomalo della velocità di eritrosedimentazione (VES). Pertanto, in caso di anomalo aumento della VES si raccomanda l’esecuzione di una radiografia del torace. La valvulopatia è stata associata a dosi cumulative, pertanto i pazienti devono essere trattati con la dose minima efficace. Ad ogni controllo si deve riesaminare per ogni paziente il rapporto rischio/beneficio del trattamento con cabergolina, per valutare la necessità di proseguire la terapia. Prima di iniziare il trattamento a lungo termine: Tutti i pazienti devono essere sottoposti a valutazione cardiovascolare, comprendente ecocardiogramma, per valutare la presenza potenziale di malattia valvolare asintomatica. Prima di iniziare la terapia è appropriato eseguire inoltre indagini basali sulla velocità di eritrosedimentazione o altri marcatori di infiammazione, test di funzionalità polmonare/esame radiografico del torace e funzionalità renale. Nei pazienti con reflusso valvolare non è noto se il trattamento con la cabergolina possa aggravare la malattia di base. Se viene accertata malattia valvolare fibrotica, il paziente non deve essere trattato con cabergolina (vedere paragrafo 4.3). Durante il trattamento a lungo termine: Le patologie fibrotiche possono avere un esordio insidioso ed il paziente deve quindi essere regolarmente monitorato per possibili manifestazioni di fibrosi progressiva. Pertanto, durante il trattamento, è necessario prestare attenzione ai segni e sintomi di: •Disturbi pleuropolmonari come dispnea, mancanza di fiato, tosse persistente o dolore toracico •Insufficienza renale o ostruzione vascolare dell’uretere/addome, che può manifestarsi con dolore alla zona lombare/fianchi ed edema agli arti inferiori, e presenza di qualsiasi tipo di massa o dolorabilità addominale che può indicare fibrosi retroperitoneale. •Insufficienza cardiaca, poichè casi di fibrosi valvolare e pericardica si sono spesso manifestati con insufficienza cardiaca. Pertanto, se si verificano tali sintomi è necessario escludere la presenza di fibrosi valvolare (e pericardite costrittiva). È essenziale effettuare controlli clinici e diagnostici per eventuale sviluppo di malattie fibrotiche, secondo necessità. Dopo l’inizio del trattamento, il primo ecocardiogramma deve essere eseguito entro 3-6 mesi dall’inizio della terapia, mentre successivamente la frequenza del monitoraggio ecocardiografico deve essere determinata in base ad un’appropriata valutazione clinica individuale, con particolare attenzione ai segni e sintomi sopra menzionati, ma sempre con una frequenza minima di 6-12 mesi. L’assunzione di cabergolina deve essere interrotta se l’ecocardiogramma rivela un nuovo reflusso valvolare o un aggravamento di un reflusso già esistente, restringimento valvolare o ispessimento dei lembi valvolari (vedere paragrafo 4.3). La necessità di ulteriori controlli clinici (per es. esame obiettivo compresa auscultazione cardiaca, radiografia, TAC) deve essere determinata su base individuale. Indagini appropriate aggiuntive come velocità di eritrosedimentazione e creatinina sierica devono essere eseguite, se necessario, per supportare una diagnosi di malattia fibrotica. Sonnolenza/Insorgenza improvvisa di sonno: La cabergolina è stata associata a sonnolenza. Gli agonisti della dopamina possono essere associati ad episodi di sonno con insorgenza improvvisa nei pazienti con morbo di Parkinson. I pazienti devono essere informati di questa possibilità e avvertiti di usare cautela durante la guida di veicoli o l’uso di macchinari durante il trattamento con cabergolina. I pazienti che hanno manifestato sonnolenza e/o un episodio di sonno improvviso devono astenersi dal guidare veicoli o usare macchinari durante il trattamento con cabergolina (vedere paragrafo 4.7). Può essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia (vedere paragrafo 4.7). Inibizione/Soppressione dell’allattamento fisiologico: Come con altri derivati ergotaminici, la cabergolina non deve essere utilizzata in donne con ipertensione indotta dalla gravidanza, ad esempio preeclampsia o ipertensione post-partum, a meno che i potenziali benefici siano ritenuti superiori ai possibili rischi. Nelle donne che allattano trattate per la soppressione della lattazione avviata non si deve superare la dose singola di 0,25 mg di cabergolina, onde evitare la potenziale insorgenza di ipotensione posturale. (vedere paragrafo 4.2). Trattamento dell’iperprolattinemia: Poichè l’iperprolattinemia accompagnata da amenorrea/galatorrea ed infertilità può essere associata a tumore ipofisario, prima di iniziare il trattamento con cabergolina è indicata una completa valutazione dello stato dell’ipofisi. Si consiglia il controllo dei livelli sierici di prolattina ad intervalli mensili poichè, una volta raggiunto il regime terapeutico efficace, la normalizzazione della prolattina sierica si osserva di solito entro due - quattro settimane. Dopo la sospensione della cabergolina si osserva solitamente una recidiva dell’iperprolattinemia. Tuttavia, in alcuni pazienti è stata osservata una persistente soppressione dei livelli di prolattina per parecchi mesi. La cabergolina ripristina l’ovulazione e la fertilità nelle donne affette da ipogonadismo iperprolattinemico. Prima della somministrazione di cabergolina deve essere esclusa una possibile gravidanza. A causa dell’esperienza clinica ancora limitata ed in considerazione della lunga emivita del prodotto, si raccomanda, come misura precauzionale, che una volta raggiunto un ciclo ovulatorio regolare le donne che intendono pianificare una gravidanza interrompano l’assunzione della cabergolina un mese prima del concepimento designato. Poichè può verificarsi una gravidanza prima della ripresa delle mestruazioni, si raccomanda l’esecuzione di un test di gravidanza almeno ogni 4 settimane durante il periodo di amenorrea e, una volta che le mestruazioni sono state ripristinate, ogni volta che il ciclo ritarda per più di tre giorni. Le donne che non desiderano una gravidanza devono usare un metodo di contraccezione non ormonale durante il trattamento e dopo la sospensione della cabergolina, fino alla ricomparsa di anovulazione. Come misura precauzionale, le donne in gravidanza devono essere monitorate per individuare eventuali segni di ingrossamento ipofisario, poichè durante la gestazione può verificarsi un’espansione di tumori ipofisari preesistenti. Insufficienza renale Non sono state osservate differenze generali nella farmacocinetica della cabergolina in presenza di malattia renale da moderata a grave. La farmacocinetica di cabergolina non è stata studiata nei pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale o nei pazienti emodializzati; questi pazienti devono essere pertanto trattati con cautela. Perdita di liquido cerebrospinale In alcuni pazienti che assumevano cabergolina per il trattamento di adenomi secernenti prolattina si è verificata rinorrea di liquido cerebrospinale. Il meccanismo alla base di questa liquorrea non è stato ancora completamente chiarito. Molto probabilmente si produce una fissurazione alla base del cranio, dovuta al restringimento del tumore sensibile agli agonisti della dopamina, attraverso la quale fuoriesce il liquido. I pazienti che presentano una fissurazione non sigillata, sono a rischio di sviluppo di meningite. Disturbo del controllo degli impulsi I pazienti devono essere regolarmente monitorati per lo sviluppo di disturbi del controllo degli impulsi. I pazienti e coloro che si occupano dei pazienti devono essere consapevoli che i sintomi comportamentali del disturbo del controllo degli impulsi incluso gioco d’azzardo patologico, aumento della libido, ipersessualità, shopping compulsivo o spesa eccessiva, bulimia e impulso incontrollato ad alimentarsi, possono verificarsi in pazienti trattati con agonisti della dopamina, incluso cabergolina ratiopharm. Una riduzione della dose/ sospensione graduale fino ad interruzione dovrebbero essere considerati se tali sintomi si sviluppano. Altro Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Interazioni:
Non sono disponibili informazioni sulle possibili interazioni tra cabergolina ed altri alcaloidi dell’ergot, pertanto l’uso concomitante di questi medicinali durante il trattamento a lungo termine con cabergolina non è consigliato. Poichè la cabergolina esercita il suo effetto terapeutico mediante stimolazione diretta dei recettori dopaminergici, non deve essere somministrata in concomitanza con farmaci che hanno un’azione antagonista sulla dopamina (come fenotiazine, butirrofenoni, tioxanteni, metoclopramide), poichè possono ridurre l’effetto terapeutico della cabergolina. Come con altri derivati dell’ergot, la cabergolina non deve essere usata in associazione con antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina), a causa dell’aumento della biodisponibilità sistemica. Devono essere prese in considerazione interazioni con altri medicinali che riducono la pressione sanguigna. In studi su pazienti con il morbo di Parkinson non sono state osservate interazioni farmacocinetiche con L-dopa o selegilina.
Effetti indesiderati:
I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati e riportati durante il trattamento con cabergolina, secondo le seguenti frequenze: Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, ≤1/100); raro (≥1/10.000, ≤1/1.000); molto raro (≤1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Frequenza | Eventi Avversi |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | Reazione di ipersensibilità |
Disturbi psichiatrici | Comune | Depressione |
Non comune | Aumento della libido |
Non nota | Aggressività, deliri,ipersessualità, gioco d’azzardo patologico, disturbi psicotici, allucinazioni |
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Mal di testa¹, capogiri/vertigini¹ |
Comune | Sonnolenza |
Non comune | Emianopsia transitoria, sincope, parestesia |
Non nota | Attacchi di sonno improvvisi, tremori |
Patologie dell’occhio | Non nota | Disturbi visivi |
Patologie cardiache | Molto comune | Valvulopatia (compreso rigurgito) e disturbi correlati (pericardite ed effusione pericardica) |
Non comune | Palpitazioni |
Non nota | Angina pectoris |
Patologie vascolari | Comune | La cabergolina generalmente esercita un effetto ipotensivo nei pazienti in trattamento prolungato; ipotensione posturale; ipotensione posturale, vampate di calore, arrossamento del viso ² |
Non comune | Vasospasmo digitale, svenimento |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune | Dispnea, versamento pleurico, fibrosi (inclusa fibrosi polmonare), epistassi |
Molto raro | Fibrosi pleurica |
Non nota | Disturbi respiratori, insufficienza respiratoria, pleurite, dolore toracico |
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Nausea¹, dispepsia, gastrite, dolore addominale¹ |
Comune | Costipazione, vomito² |
Raro | Dolore epigastrico |
Patologie epatobiliari | Non nota | Alterazione della funzionalità epatica |
Patologie della pelle e del tessuto sottocutaneo | Non comune | Rash, alopecia |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Non comune | Crampi alle gambe |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Comune | Dolore al petto |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Molto comune | Astenia³, affaticamento |
Non comune | Edema, edema periferico |
Non nota | È possibile l’insorgenza di rinorrea di liquido cerebrospinale (vedere paragrafo 4.4). |
Esami diagnostici | Comune | Diminuzione asintomatica della pressione sanguigna (≥ 20 mmHg per la pressione sistolica e ≥ 10 mmHg per la pressione diastolica) |
Non comune | È stata osservata una diminuzione dei valori dell’emoglobina nelle donne durante il periodo di amenorrea nel corso dei primi mesi successivi al ciclo mestruale |
Non nota | Aumento della creatin fosfochinasi ematica, alterazione dei test di funzionalità epatica |
1 Molto commune nei pazienti trattati per iperprolattinemia; Comune nei pazienti trattati per inibizione/soppressione della lattazione ² Comune nei pazienti trattati per iperprolattinemia; Non comune nei pazienti trattati per inibizione/soppressione della lattazione ³ Molto commune nei pazienti trattati per iperprolattinemia; Non comune nei pazienti trattati per inibizione/soppressione della lattazione Disturbi del controllo degli impulsi Gioco d’azzardo patologico, aumento della libido, ipersessualità, shopping compulsivo o spesa eccessiva, bulimia e impulso incontrollato ad alimentarsi, possono verificarsi in pazienti trattati con agonisti della dopamina, incluso cabergolina ratiopharm (vedere paragrafo 4.4). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
Sovradosaggio:
I sintomi di sovradosaggio sono probabilmente da attribuire all’iperstimolazione dei recettori dopaminergici, come ad esempio nausea, vomito, disturbi gastrici, ipotensione posturale, confusione/psicosi o allucinazioni. Devono essere adottate misure di supporto per eliminare il farmaco non assorbito e mantenere un’adeguata pressione sanguigna, se necessario. Inoltre, può essere consigliabile la somministrazione di antagonisti della dopamina.
Gravidanza ed allattamento:
Gravidanza Non ci sono studi adeguati e ben controllati sull’uso di cabergolina nelle donne in gravidanza. Studi condotti su animali non hanno mostrato effetti teratogeni, ma è stata osservata ridotta fertilità ed embiotossicità in associazione con l’attività farmacodinamica (vedi paragrafo 5.3) Da uno studio osservazionale della durata di dodici anni sugli esiti in gravidanza della terapia con cabergolina, sono state ricavate informazioni relative a 256 gravidanze. Diciassette di queste 256 gravidanze (6,6%) si sono concluse con malformazioni congenite importanti o con l’aborto. Sono disponibili informazioni relative a 23 bambini su 258 che presentavano un totale di 27 anomalie neonatali, sia di carattere maggiore che minore. Le anomalie neonatali più comunemente riscontrate sono state le malformazioni di tipo muscoloscheletrico (10), seguite da anomalie di tipo cardiopolmonare (5). Non sono disponibili informazioni su patologie perinatali o sullo sviluppo nel lungo termine di bambini esposti alla cabergolina durante la vita intrauterina. Sulla base dei dati più recenti della letteratura, la prevalenza di malformazioni congenite maggiori nella popolazione generale è del 6,9% o superiore. I tassi di anomalie congenite variano tra le diverse popolazioni. Non è possibile determinare con accuratezza se sussista o meno un aumento del rischio, poichè non è stato inserito nessun gruppo di controllo. Cabergolina non deve essere usato durante la gravidanza se non chiaramente indicato e previa accurata valutazione rischio / beneficio (vedere paragrafo 4.4 - Trattamento dell’iperprolattinemia). A causa della lunga emivita del farmaco e dei dati limitati sull'esposizione in utero, le donne che stanno pianificando una gravidanza devono interrompere l’assunzione di cabergolina un mese prima del concepimento designato. Se il concepimento si verifica durante la terapia, il trattamento deve essere interrotto non appena viene confermata la gravidanza, per limitare l’esposizione fetale al farmaco. Come misura precauzionale, le donne in gravidanza devono essere monitorate per individuare eventuali segni di ingrossamento ipofisario, poichè durante la gestazione può verificarsi un’espansione di tumori ipofisari preesistenti. La cabergolina ripristina l’ovulazione e la fertilità nelle donne affette da ipogonadismo iperprolattinemico: poichè può verificarsi una gravidanza prima della ripresa delle mestruazioni, si raccomanda l’esecuzione di un test di gravidanza durante il periodo di amenorrea e, una volta che le mestruazioni sono state ripristinate, ogni volta che il ciclo ritarda per più di tre giorni. Allattamento Nel ratto la cabergolina e/o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte. Non sono disponibili informazioni sull’escrezione nel latte materno umano; tuttavia, le madri devono essere avvertite di non allattare al seno in caso di fallimento dell’inibizione/soppressione della lattazione da parte della cabergolina. La cabergolina non deve essere somministrate alle madri con iperprolattinemia che intendono allattare i loro bambini al seno, poichè previene la lattazione.