Denominazione:
DONEPEZIL SUN 5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Principi attivi:
Ogni compressa contiene: 5 mg di donepezil cloridrato, equivalenti a 4,56 mg di donepezil. Eccipiente(i) con effetto noto: Ogni compressa rivestita con film da 5 mg contiene anche 87,512 mg di lattosio monoidrato (equivalente a 83,14 mg di lattosio). Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
Eccipienti:
Nucleo: Lattosio monoidrato, Amido di mais, Idrossipropilcellulosa, Cellulosa microcristallina, Sodio amido glicolato-tipo A, Magnesio stearato. Rivestimento: Opadry 02B52480 Giallo contenente: Ipromellosa 5cP (E464), Titanio diossido (E171), Macrogol 400, Talco, Ferro ossido giallo (E172).
Indicazioni terapeutiche:
Donepezil SUN è indicato per il trattamento sintomatico della malattia di Alzheimer di grado da lieve a moderato.
Controindicazioni/effetti indesiderati:
Donepezil SUN è controindicato nei pazienti con ipersensibilità al principio attivo, ai derivati della piperidina o ad uno qualsiasi dei componenti elencati al paragrafo 6.1.
Posologia:
Posologia Adulti/Anziani: Il trattamento viene iniziato con 5 mg al giorno (in monosomministrazione). La dose di 5 mg al giorno deve essere mantenuta per almeno un mese per consentire di valutare le prime risposte cliniche al trattamento e per poter raggiungere le concentrazioni allo stato stazionario di donepezil cloridrato. A seguito della valutazione clinica condotta dopo un mese di trattamento con 5 mg al giorno, la dose di donepezil può essere aumentata a 10 mg al giorno (in monosomministrazione). La dose massima giornaliera consigliata è 10 mg. Dosi superiori a 10 mg al giorno non sono state studiate negli studi clinici. Il trattamento deve essere iniziato e controllato da un medico esperto nella diagnosi e nel trattamento della malattia da Alzheimer. La diagnosi deve essere effettuata in conformità alle linee guida accettate (ad esempio, DSM IV, ICD 10). La terapia con donepezil va iniziata solo se è disponibile una persona che assista il paziente e che controlli regolarmente l’assunzione del medicinale. La terapia di mantenimento può proseguire fino a quando vi è un beneficio terapeutico per il paziente. Il beneficio clinico di donepezil deve quindi essere regolarmente rivalutato. Quando l’effetto terapeutico non è più evidente, va presa in considerazione la sospensione della terapia. La risposta individuale al donepezil non può essere prevista. Dopo l’interruzione della terapia, si è osservata una graduale riduzione degli effetti benefici di donepezil. Danno renale: Uno schema posologico simile può essere seguito per i pazienti con danno renale in quanto la clearance di donepezil cloridrato non è influenzata da tale condizione. Compromissione epatica: A causa di una possibile esposizione aumentata in caso di compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 5.2), l’aumento della dose va effettuato in base alla tolleranza individuale. Non sono disponibili dati relativi a pazienti con compromissione epatica grave. Popolazione pediatrica: L’uso di donepezil non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni. Modo di somministrazione Donepezil cloridrato deve essere assunto per via orale, di sera, appena prima di coricarsi. Se si verificano sogni anomali, incubi o difficoltà a dormire (vedere paragrafo 4), il medico può consigliare di assumere donepezil al mattino.
Conservazione:
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.
Avvertenze:
Non è stato studiato l’uso di Donepezil nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer grave, da altre forme di demenza o da altre forme di compromissione della memoria (ad esempio, deterioramento della funzione cognitiva correlato all’età). Anestesia: Donepezil, in quanto inibitore della colinesterasi, può determinare sotto anestesia un aumento del rilassamento della muscolatura simile a quello causato dalla succinilcolina. Condizioni cardiovascolari: a causa della loro azione farmacologica, gli inibitori della colinesterasi possono avere un effetto vagotonico sulla frequenza cardiaca (ad esempio, bradicardia). La possibilità di questa azione può essere particolarmente importante per i pazienti con "malattia del nodo del seno" o con altri disturbi della conduzione cardiaca sopraventricolare, come blocco senoatriale o atrioventricolare. Sono stati segnalati casi di sincope e di convulsioni. Quando si esaminano questi pazienti si deve prendere in considerazione l’eventualità di blocco cardiaco o di pause sinusali prolungate. Sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QTc e torsione di punta dopo l’immissione in commercio (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). Si raccomanda cautela in pazienti con anamnesi preesistente o familiare di prolungamento dell’intervallo QTc, in pazienti trattati con farmaci che influenzano l’intervallo QTc o in pazienti con malattia cardiaca preesistente rilevante (ad es. insufficienza cardiaca scompensata, infarto miocardico recente, bradiaritmie) o squilibri elettrolitici (ipokaliemia, ipomagnesiemia). Può rendersi necessario il monitoraggio clinico (ECG). Condizioni gastrointestinali: i pazienti che sono maggiormente a rischio di sviluppo di ulcera, ad esempio quelli con una storia pregressa di ulcera o quelli in terapia concomitante con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), devono essere monitorati per l’insorgenza di eventuali sintomi. Tuttavia, gli studi clinici condotti con Donepezil non hanno evidenziato, rispetto al placebo, un aumento di incidenza degli episodi di ulcera peptica o di sanguinamento gastrointestinale. Condizioni genitourinarie: i colinomimetici possono causare ostruzione del flusso urinario, sebbene ciò non sia stato osservato nel corso degli studi clinici condotti con Donepezil. Condizioni neurologiche: convulsioni: si ritiene che i colinomimetici possano influenzare l’insorgenza di convulsioni generalizzate. Tuttavia, l’attività convulsiva può anche essere una manifestazione della malattia di Alzheimer. I farmaci colinomimetici possono potenzialmente peggiorare o causare sintomi extrapiramidali. Sindrome Neurolettica Maligna (SNM) Sindrome neurolettica maligna (SNM), una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, caratterizzata da ipertermia, rigidità muscolare, instabilità autonomica, alterazione della coscienza e livelli elevati di creatinfosfochinasi nel siero è stata riportata molto raramente in associazione a donepezil, in particolare in pazienti che assumono contemporaneamente anche medicinali antipsicotici. Ulteriori segni possono includere mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente sviluppa segni e sintomi indicativi di SNM o presenta una febbre alta inspiegabile senza ulteriori manifestazioni cliniche di SNM, il trattamento deve essere interrotto. Condizioni polmonari: a causa della loro azione colinomimetica, gli inibitori della colinesterasi vanno prescritti con cautela ai pazienti con una storia pregressa di asma o di pneumopatia ostruttiva. Si deve evitare la somministrazione concomitante di Donepezil e di altri inibitori della acetilcolinesterasi, agonisti o antagonisti del sistema colinergico. Compromissione epatica grave: non sono disponibili dati nei pazienti con compromissione epatica grave. Eccipienti: questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, con deficienza della lattasi di Lapp o con malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa rivestita con film, cioè essenzialmente ‘senza sodio’ Mortalità negli studi clinici sulla demenza vascolare Sono stati condotti tre studi clinici della durata di 6 mesi che valutavano dei soggetti che rientravano nei criteri NINDS-AIREN per probabile o possibile demenza vascolare (VaD). I criteri NINDS-AIREN sono stati definiti per identificare quei pazienti la cui demenza sembra essere dovuta esclusivamente a cause vascolari e per escludere i pazienti con malattia di Alzheimer. Nel primo studio, il tasso di mortalità era di 2/198 (1,0%) nel gruppo donepezil cloridrato 5 mg, 5/206 (2,4%) nel gruppo donepezil cloridrato 10 mg e 7/199 (3,5%) nel gruppo placebo. Nel secondo studio, il tasso di mortalità era di 4/208 (1,9%) nel gruppo donepezil cloridrato 5 mg, 3/215 (1,4%) nel gruppo donepezil cloridrato 10 mg e 1/193 (0,5%) nel gruppo placebo. Nel terzo studio, il tasso di mortalità era di 11/648 (1,7%) nel gruppo donepezil cloridrato 5 mg e 0/326 (0%) nel gruppo placebo. Per i tre studi sulla VaD combinati, il tasso di mortalità nel gruppo donepezil cloridrato (1,7%) era numericamente maggiore rispetto al gruppo placebo (1,1%), ma la differenza non era statisticamente significativa. Gran parte dei decessi nei pazienti che assumevano o donepezil cloridrato o il placebo sembrano essere una conseguenza di varie cause a correlazione vascolare, il che è prevedibile in una simile popolazione anziana con malattia cardiaca di base. Un’analisi di tutti gli eventi vascolari gravi fatali e non fatali non ha evidenziato alcuna differenza di frequenza tra il gruppo donepezil cloridrato ed il gruppo placebo. Negli studi combinati sulla malattia di Alzheimer (n=4146), e quando questi studi sulla malattia di Alzheimer sono stati raggruppati con altri studi sulla demenza compresi gli studi sulla demenza vascolare (n totale=6888), il tasso di mortalità nel gruppo trattato con placebo era numericamente maggiore rispetto al gruppo trattato con donepezil cloridrato.
Interazioni:
Sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QTc e di torsione di punta per donepezil. Si consiglia cautela quando donepezil è usato in associazione ad altri medicinali noti per prolungare l’intervallo QTc; può rendersi necessario il monitoraggio clinico (ECG). Alcuni esempi: Antiaritmici di classe IA (ad es. chinidina); Antiaritmici di classe III (ad es. amiodarone, sotalolo); Alcuni antidepressivi (ad es. citalopram, escitalopram, amitriptilina); Altri antipsicotici (ad es. derivati fenotiazinici, sertindolo, pimozide, ziprasidone); Alcuni antibiotici (ad es. claritromicina, eritromicina, levofloxacina, moxifloxacina). Nell’uomo, donepezil cloridrato e/o uno qualsiasi dei suoi metaboliti non inibisce il metabolismo di teofillina, warfarin, cimetidina o digossina. Il metabolismo di donepezil cloridrato non è influenzato dalla somministrazione contemporanea di digossina o cimetidina. Gli studi in vitro hanno mostrato che gli isoenzimi 3A4, ed in misura minore 2D6, del citocromo P450 sono coinvolti nel metabolismo del donepezil. Gli studi di interazione farmacologica condotti in vitro mostrano che il ketoconazolo e la chinidina, rispettivamente inibitori del CYP3A4 e del 2D6, inibiscono il metabolismo di donepezil. Pertanto, questi ed altri inibitori del CYP3A4, come l’itraconazolo e l’eritromicina, e gli inibitori del CYP2D6, come la fluoxetina, possono inibire il metabolismo di donepezil. In uno studio condotto su volontari sani, il ketoconazolo ha determinato un aumento del 30% circa delle concentrazioni medie di donepezil. Gli induttori enzimatici, come la rifampicina, la fenitoina, la carbamazepina e l’alcol, possono ridurre i livelli di donepezil. Dato che non si conosce l’entità di un effetto inibitorio o induttivo, tali associazioni di farmaci vanno utilizzate con cautela. Donepezil cloridrato interferisce potenzialmente con farmaci ad attività anticolinergica. È anche possibile che vi sia un’attività sinergica con un trattamento concomitante a base di farmaci quali la succinilcolina, altri farmaci bloccanti neuromuscolari o agonisti colinergici o beta-bloccanti che agiscono sulla conduzione cardiaca.
Effetti indesiderati:
Gli effetti indesiderati più comuni sono diarrea, crampi muscolari, affaticamento, nausea, vomito e insonnia. Le reazioni avverse segnalate in più di un caso isolato sono elencate di seguito per classe di sistema d’organo e per frequenza. La frequenza è definita come: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1000, < 1/100) e raro (≥1/10.000, <1/1000) e molto raro (<1/10.000) e non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
ClasseOrgano/Sistema | Molto comune | Comune | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
Infezioni e Infestazioni. | | Raffreddore comune. | | | | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione. | | Anoressia. | | | | |
Disturbi Psichiatrici. | | Allucinazioni* *; Agitazione**; Comportamento aggressivo**; Sogni anormali e incubi**; | | | | Incremento della libido, ipersessualita. |
Patologie del sistema nervoso. | | Sincope*, Capogiri, Insonnia; | Convulsioni*; | Sintomi extrapiramidali; | Sindrome Neurolettica, Maligna (SNM); | Pleurotono (sindrome di Pisa). |
Patologie cardiache. | | | Bradicardia; | Blocco seno- Atriale, Blocco atrioventricolare; | | Tachicardia ventricolare polimorfa, compresa la torsione di punta; prolungamento dell’intervallo QT all’elettrocardiogramma |
Patologie gastrointestinali. | Diarrea, Nausea; | Vomito, Malessere addominale; | Emorragia gastrointestinale, Ulcere gastriche e duodenali, Ipersecrezione salivare. | | | |
Patologie epatobiliari. | | | | Disfunzione epatica, inclusa epatite** *. | | |
Patologie della cute e del tessuto Sottocutaneo. | | Eruzione cutanea, Prurito. | | | | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa. | | Crampi muscolari; | | | Rabdomiolisi****. | |
Patologie renali e urinarie. | | Incontinenza urinaria. | | | | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di Somministrazione. | Cefalea; | Affaticamento, Dolore. | | | | |
Esami diagnostici. | | | | Incrementi minimi delle concentrazioni sieriche della creatinchinasi Muscolare. | | |
Traumi, avvelenamento e complicazioni Procedurali. | | Incidenti comprese le Cadute. | | | | |
*In caso di sincope o convulsioni, va presa in considerazione la possibilità dell’insorgenza di blocco cardiaco o di pause sinusali prolungate (vedere paragrafo 4.4). **Casi di allucinazioni, sogni anormali, incubi, agitazione e comportamento aggressivo si sono risolti con la riduzione della dose o con la sospensione del trattamento. ***In caso di disfunzione epatica di eziologia sconosciuta, va presa in considerazione la sospensione del trattamento con donepezil. **** La comparsa di rabdomiolisi è stata segnalata indipendentemente dalla sindrome neurolettica maligna e in stretta successione temporale con l’avvio della terapia a base di donepezil o con un aumento della dose. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-unasospetta-rea zione-avversa
Sovradosaggio:
La DL50 media stimata di donepezil cloridrato dopo somministrazione di una dose singola orale nel topo e nel ratto è rispettivamente di 45 e 32 mg/kg, o approssimativamente 225 e 160 volte la dose massima consigliata nell’uomo di 10 mg al giorno. Sintomi di stimolazione colinergica dipendenti dalla dose sono stati osservati negli animali e includevano riduzione dell’attività motoria spontanea, posizione prona, andatura instabile, lacrimazione, convulsioni cloniche, depressione respiratoria, salivazione, miosi, fascicolazioni e abbassamento della temperatura corporea. Il sovradosaggio da inibitori della colinesterasi può dare origine a crisi colinergiche caratterizzate da nausea grave, vomito, salivazione, sudorazione, bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, collasso e convulsioni. È possibile che si manifesti un progressivo indebolimento muscolare che può portare alla morte in caso di interessamento dei muscoli respiratori. Come per qualsiasi sovradosaggio, vanno adottate misure di supporto generali. Gli anticolinergici terziari quali l’atropina possono essere utilizzati come antidoto per un sovradosaggio da donepezil. Si raccomanda la somministrazione di atropina solfato endovena alla dose necessaria per ottenere l’effetto desiderato: una dose iniziale tra 1,0 e 2,0 mg e.v. con un aggiustamento delle dosi successive in base alla risposta clinica. Sono state segnalate risposte atipiche della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca in seguito alla somministrazione contemporanea di altri colinomimetici e di anticolinergici quaternari quali il glicopirrolato. Non è noto se donepezil cloridrato e/o i suoi metaboliti possano essere rimossi mediante dialisi (emodialisi, dialisi peritoneale o emofiltrazione).
Gravidanza ed allattamento:
Gravidanza Non sono disponibili dati sufficienti sull’uso di donepezil nelle donne in gravidanza. Studi negli animali non hanno evidenziato effetti teratogeni ma hanno mostrato una tossicità peri- e post-natale (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. Donepezil non deve essere usato in gravidanza a meno che non sia strettamente necessario. Allattamento Donepezil viene escreto nel latte di ratto. Non è noto se donepezil cloridrato venga escreto nel latte materno e non ci sono studi sulle donne che allattano. Pertanto, le donne che assumono donepezil non devono allattare al seno.