Denominazione:
VETMEDIN START
Categoria farmacoterapeutica:
Stimolanti cardiaci.
Principi attivi:
Pimobendan 0,75 mg/ml.
Eccipienti:
Idrossipropilbetadex, sodio fosfato dibasico dodecaidrato, sodio fosfato monobasico diidrato, sodio idrossido (per aggiustamento pH), acido cloridrico (per aggiustamento pH), acqua per preparazioni iniettabili.
Indicazioni:
Per iniziare il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio del cane che origina da insufficienza valvolare (rigurgito mitrale e/o della tricuspide) o da cardiomiopatia dilatativa.
Controindicazioni/effetti indesiderati:
Non usare in caso di ipersensibilita' al principio attivo o ad uno degli eccipienti. Non usare in caso di cardiomiopatie ipertrofiche o in quelle condizioni cliniche dove non e' possibile incrementare la gittata cardiaca per ragioni funzionali o anatomiche (es. stenosi aortica).
Posologia:
Una singola iniezione endovenosa alla dose di 0,15 mg di pimobendan/kg di peso corporeo (pari a 2 ml/10 kg di peso corporeo). Un flacone da 5 ml ed uno da 10 ml sono sufficienti per il trattamento di un cane di peso corporeo fino a 25 kg e 50 kg rispettivamente. Ogni flacone e' monouso. Per il proseguimento del trattamento si puo' usare Vetmedin compresse appetibili o Vetmedin capsule per cani alla dose raccomandata, da iniziare 12 ore dopo la somministrazione dell'iniezione.
Conservazione:
Questo medicinale veterinario non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Questo prodotto non contiene conservanti antimicrobici. Questo prodotto deve essere utilizzato soltanto in somministrazione unica. L'eventuale prodotto inutilizzato, che rimane nel flacone dopo il prelievo della dose necessaria per la terapia, deve essere smaltito. Periodo di validita' dopo prima apertura del confezionamento primario: usare immediatamente.
Avvertenze:
In caso di iniezione sottocutanea accidentale si possono verificare un gonfiore temporaneo e delle reazioni infiammatorie riassorbitive da lievi a moderate al sito di iniezione o sotto di esso. Da utilizzare soltanto in somministrazione unica. Il prodotto deve essere utilizzato per iniziare il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio nel cane, a seguito di una valutazione rischio-beneficio da parte del veterinario responsabile, prendendo in considerazione lo stato di salute complessivo del cane. Precauzioni speciali per chi somministra il medicinale veterinario agli animali: in caso di auto-iniezione accidentale, rivolgersi immediatamente ad un medico mostrandogli il foglietto illustrativo o l'etichetta. Lavare le mani dopo l'uso. Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio si deve attuare un trattamento sintomatico. Incompatibilita': in assenza di studi di compatibilita' non miscelare con altri medicinali veterinari.
Tempi di attesa:
Non pertinente.
Specie di destinazione:
Cani.
Interazioni:
Negli studi farmacologici non sono state rilevate interazioni tra il glicoside cardioattivo ouabaina e pimobendan. L'aumento della contrattilita' cardiaca indotto dal pimobendan e' attenuato in presenza del calcio antagonista verapamil e dal beta-antagonista propranololo.
Effetti indesiderati:
Si possono verificare, in casi rari, un moderato effetto cronotropo positivo e vomito. In casi rari sono state osservate diarrea transitoria, anoressia e letargia. La frequenza delle reazioni avverse e' definita usando le seguenti convenzioni: - molto comuni (piu' di 1 animale su 10 mostra reazioni avverse durante il corso di un trattamento) - comuni (piu' di 1 ma meno di 10 animali su 100 animali) - non comuni (piu' di 1 ma meno di 10 animali su 1.000 animali) - rare (piu' di 1 ma meno di 10 animali su 10.000 animali) - molto rare (meno di 1 animale su 10.000 animali, incluse le segnalazione isolate).
Gravidanza ed allattamento:
Negli studi condotti su ratti e conigli, pimobendan non ha avuto alcun effetto sulla fertilita'. Si sono verificati effetti embriotossici solo a dosi maternotossiche. Negli esperimenti condotti su ratti e' stato dimostrato che pimobendan viene escreto nel latte. Pertanto, il prodotto deve essere somministrato a cagne gravide e in allattamento solo se i benefici terapeutici attesi superano il rischio potenziale.